Joško Gravner: la storia del pioniere degli orange wine arriva in Piemonte con Maison Massucco

Alberto Massucco e Joško Gravner

La nuova partnership Maison Massucco Gravner porta in esclusiva in Piemonte i vini del leggendario pioniere degli orange wine. L’accordo unisce per la prima volta il mondo dello Champagne con la filosofia ancestrale di Joško Gravner, maestro indiscusso della vinificazione in anfora

Un incontro tra due mondi, solo apparentemente distanti, uniti dalla stessa ricerca dell’eccellenza artigianale. Maison Massucco, l’azienda italiana nota per la sua raffinata selezione di Champagne, ha annunciato una nuova e prestigiosa collaborazione con Joško Gravner, il geniale e visionario produttore del Collio goriziano, universalmente riconosciuto come il pioniere degli orange wine.

L’accordo prevede la commercializzazione in esclusiva di annate selezionate dei vini di Gravner nelle province di Torino, Biella e Vercelli. Attualmente è disponibile la celebrata Ribolla 2016, ma per gli appassionati sono custodite anche annate storiche come la 2014, 2012 e 2007.

Il nostro impegno è valorizzare realtà che incarnano un legame profondo tra territorio, creatività e valore umano“, spiega Alberto Massucco, fondatore della Maison. “Joško rappresenta la sintesi perfetta di queste componenti: un produttore geniale, un uomo determinato e un grande amico. Abbiamo voluto questa splendida eccezione per offrire ai nostri clienti un’esperienza unica“.

Ma per comprendere appieno il valore di questa collaborazione, è necessario immergersi nella storia e nella filosofia di Joško Gravner, un uomo che non ha solo prodotto vino, ma lo ha ripensato dalle fondamenta.

Joško Gravner: l’uomo che coltiva il vino

Nato e cresciuto a Oslavia, su un confine tra il Collio italiano e la Brda slovena che è stato teatro di scontri e oggi è luogo di convivenza, Joško Gravner (all’anagrafe Francesco, poiché la legge dell’epoca non permetteva nomi stranieri) ha il territorio nel sangue. Dopo aver raggiunto il successo negli anni ’90 con metodi moderni e vitigni internazionali, la sua carriera ha subito una trasformazione radicale, guidata da un ritorno alle origini e da un profondo rispetto per la natura.

Gravner cantina – anfore © A.Barsanti

La svolta del ’96 e il ritorno alle anfore

Due eventi hanno segnato il suo cammino. Un viaggio in California nel 1987 lo lasciò insoddisfatto, convincendolo ad allontanarsi dalla tecnologia enologica imperante. La vera svolta arrivò però nel 1996, quando una disastrosa grandinata distrusse il 95% del raccolto. Quel momento di sconforto divenne un’opportunità di riflessione. Con le poche uve rimaste, Joško iniziò a sperimentare la macerazione sulle bucce, riabbracciando gli insegnamenti paterni.

Nel 2000, un viaggio nel Caucaso, culla della viticoltura, gli diede la conferma definitiva. Lì riscoprì l’uso delle grandi anfore di terracotta interrate (qvevri), un metodo di vinificazione millenario. Dal 2001, quella “strada vecchia” divenne la sua nuova via: tutte le fermentazioni avvengono in anfora, con lieviti indigeni e senza controllo della temperatura. Oggi la sua cantina, unendo passato e futuro, ospita 47 anfore georgiane.

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Gravner interramento anfore ©A.Barsanti

La filosofia in vigna: la regola del 7 e la biodinamica

La filosofia di Gravner segue il ciclo della vita. I suoi vini rispettano la “regola del 7”: dopo un anno in anfora, affinano per sei anni in grandi botti di rovere, per un totale di sette anni, rispecchiando i cicli biologici dell’essere umano.

Questo rispetto per il tempo e la natura lo ha portato ad abbracciare la biodinamica, seguendo il calendario lunare di Maria Thun per i lavori in vigna e cantina. I suoi 15 ettari di vigneti tra Oslavia (Runk) e la Slovenia (Hum, Dedno) sono ecosistemi vivi: ogni appezzamento ospita stagni, alberi da frutto, nidi e olivi per ripristinare l’equilibrio naturale distrutto dalle monocolture.

Nel 2012, un’altra decisione radicale: espiantare tutte le varietà internazionali per dedicarsi quasi esclusivamente ai vitigni autoctoni, la Ribolla Gialla e il Pignolo. “Se si possiede qualcosa di eccezionale,” sostiene, “vale la pena di concentrarsi solo su quello“.

Innovazione continua: dal vetro alla famiglia

Lungi dall’essere un passatista, Gravner continua la sua ricerca della purezza. Nel 2024, con il supporto del nipote Gregor Pietro, ha iniziato a esplorare l’uso di contenitori in vetro e acciaio vetrificato per l’affinamento, cercando la massima inerzia materica.

L’azienda Gravner è un affare di famiglia, dove tre generazioni lavorano fianco a fianco: Joško, la moglie Marija, la figlia Mateja (responsabile commerciale) e il nipote Gregor, che affianca il nonno portando nuova energia.

Maison Massucco @ambrealessiphMaison Massucco @ambrealessiph
GravnerGravner
Alberto Massucco @ambraalessiphAlberto Massucco @ambraalessiph

Questa partnership, quindi, non porta in Piemonte solo un vino, ma un’intera filosofia. Maison Massucco offre ai suoi clienti l’opportunità di assaggiare il frutto di una vita dedicata alla terra, all’autenticità e a un’instancabile ricerca della verità nel calice.

La Redazione

https://maisonmassucco.it/