Profumi di Mosto: l’anima della Valtènesi
Tra calici di Groppello, visite al Vittoriale e cene d’autore: guida a un weekend indimenticabile sulla sponda bresciana del Garda
L’evento “Profumi di Mosto” diventa l’occasione per un itinerario che svela l’anima della Valtènesi. Il percorso tocca le eccellenze enologiche, suggestioni letterarie del Vittoriale e le esperienze gourmet dell’elegante borgo di San Felice del Benaco
Esistono luoghi in Lombardia capaci di sospendere il tempo, dove la profondità della storia si fonde con la bellezza del paesaggio e l’eleganza del gusto. Uno di questi è la Valtènesi, un anfiteatro di colline affacciato sulla sponda bresciana del Lago di Garda, che abbraccia i comuni di Padenghe, Moniga, Manerba, San Felice del Benaco, Puegnago, Polpenazze e Soiano.

In questo scenario unico, “Profumi di Mosto” si è confermato ancora una volta la chiave d’accesso più autentica alla sua magia. La splendida domenica del 5 ottobre ha visto migliaia di appassionati perdersi tra le cantine del territorio, trasformando l’evento in molto più di una semplice degustazione: una vera e propria porta aperta su questa terra. Il nostro viaggio parte da qui, dal racconto di una giornata memorabile che diventa invito a scoprire tutto ciò che rende la Valtènesi indimenticabile.
“Profumi di Mosto” è stata un’immersione totale e genuina nel cuore pulsante della regione. Un percorso che ha unito calici di eccellenza, sapori della tradizione e il contatto diretto con i produttori, il tutto vissuto secondo i ritmi lenti e consapevoli del turismo slow.
Ma l’esperienza non è ancora conclusa. Per tutti coloro che hanno partecipato acquistando biglietti per più cantine, l’invito si rinnova per un appuntamento esclusivo: domenica 19 ottobre, la Casa del Vino ospiterà una degustazione speciale con tutte le etichette della denominazione. Un’occasione unica per completare questo indimenticabile viaggio sensoriale.
Per ogni ulteriore dettaglio sull’iniziativa, il punto di riferimento resta il sito ufficiale: www.profumidimosto.it.
La base: San Felice del Benaco, il salotto sul Garda
Ogni viaggio ha bisogno di un punto di partenza, un luogo che ne definisca il tono. Per il nostro weekend, abbiamo scelto San Felice del Benaco. Non un borgo qualunque, ma il vero salotto della Valtènesi. Il suo nome, sinus felix (insenatura felice), è una promessa mantenuta. Passeggiare nel suo centro storico, tra i resti dell’antico castello e la pala del Romanino nella Chiesa Parrocchiale, significa immergersi in un’elegante discrezione. L’apice spirituale e paesaggistico si raggiunge al Santuario della Madonna del Carmine, un gioiello del XV secolo da cui la vista spazia sull’Isola del Garda, regalando un momento di pura pace.
Per un soggiorno che ne rifletta l’anima, l’Albergo San Filis è la scelta perfetta. Ricavato da un’antica dimora del XVII secolo, offre un’accoglienza di charme dove la storia dialoga con un comfort raffinato, facendovi sentire ospiti privilegiati di questo angolo di paradiso.
La cultura: il Vittoriale e il vino del Poeta
Nessun itinerario in questa zona del Garda può dirsi completo senza una visita al Vittoriale degli Italiani. La cittadella di Gabriele d’Annunzio a Gardone Riviera è un’esperienza teatrale, un mondo a parte fatto di giardini lussureggianti, stanze cariche di cimeli e visioni audaci. Grazie al progetto “Riconquista” del presidente Giordano Bruno Guerri, oggi il Vittoriale è un luogo più vivo che mai. Ma è la “Vigna del Vittoriale” a chiudere il cerchio tra cultura ed enologia. Da questo vigneto, ripiantato con la stessa uva autoctona della Valtènesi, il Groppello, nasce il “Rosa del Vittoriale”, un vino che unisce in modo tangibile il paesaggio, la storia e la poesia.
La tavola: Ristorante DUO, dove il tempo plasma il sapore
Ci sono luoghi dove la cucina smette di essere solo ricetta e diventa pensiero, quasi alchimia. A San Felice del Benaco, questo luogo è il Ristorante DUO. Qui, l’esperienza gastronomica si eleva a un nuovo livello, guidata dalla visione di due giovani maestri, gli chef Daniele Ghedini e Federico Pelizzari. La loro non è una semplice cucina, ma un paziente dialogo con il tempo, incarnato in una tecnica che hanno reso arte: il pesce frollato.
Attraverso questa maturazione, che accarezza le carni del pesce di lago e di mare, riescono a svelarne un’anima nascosta, scolpendo trame e profondità gustative che riscrivono le regole del sapore.
Il menu è un racconto che segue il ritmo delle stagioni. Ogni piatto è una pennellata d’autore. Si può iniziare con l’incredibile gioco di consistenze dei “Salumare”, salumi di mare che sfidano ogni preconcetto, o con la pura eleganza di un Crudo di cefalo dry aged, un equilibrio sublime tra la potenza del pesce e la delicatezza della panna. Si prosegue con primi che sono un ponte ardito tra mondi, come lo Spaghettone cacio e pepe, coregone e limone fermentato, dove l’irruenza romana incontra la timida sapidità del lago. Nei secondi, il fuoco libera l’essenza della frollatura in un Tonno rosso dry aged alla brace che si scioglie al palato.
E nel calice, la Valtènesi risponde. Ogni piatto invoca un dialogo con i vini del territorio, e il Rosé ne diventa il contrappunto perfetto. L’acidità vibrante e i profumi gentili di etichette come il Camaiol ROSERI, sgrassano il palato e illuminano le complesse sfumature del pesce, chiudendo un cerchio perfetto tra avanguardia e radici.
I custodi del territorio: il Consorzio Valtènesi e alcune delle sue cantine

A orchestrare la promozione e la tutela di questo patrimonio enologico c’è il Consorzio Valtènesi. Sotto la direzione di Paolo Pasini, il consorzio è il custode del disciplinare che definisce l’identità stessa dei vini locali. Un vino Valtènesi DOC, sia esso il celebre Rosé o il Rosso, deve infatti nascere da un minimo del 50% di uve Groppello, l’anima di questa terra. A questa base possono affiancarsi, per la restante parte, altre uve a bacca rossa come Marzemino, Barbera, Sangiovese e Rebo, secondo la tradizione. È proprio l’alta percentuale di Groppello Gentile, il suo biotipo più nobile, a firmare i Rosé più eleganti e riconoscibili. Un patrimonio di regole e sapori che “Profumi di Mosto” permette di esplorare direttamente nel calice, rendendo un tour tra le cantine il modo migliore per capirne l’anima..
Consorzio Valtènesi: il punto di riferimento per informazioni, eventi e per conoscere tutti i produttori a Puegnago del Garda (BS). www.consorziovaltenesi.it
Un’esperienza a sé stante è la visita a Conti Thun a Puegnago. Più che una semplice cantina, è un agriturismo di charme nato sulle rovine di un antico possedimento nobiliare. Qui la degustazione si trasforma in un vero e proprio percorso gourmet. Si inizia con un Gaspacho con burrata, crostini e una polvere di capperi e olive taggiasche, un antipasto fresco e vivace, ideale in abbinamento con il loro spumante rosé Bolle di Micaela. Questo 100% Groppello, con le sue note di fragoline e lampone, pulisce il palato e prepara alla portata successiva.
Si prosegue con un Risotto di Bolle di Gioia, mantecato con Grana 30 mesi e cipolla caramellata. La sua cremosità e tendenza dolce si sposa perfettamente con il Gioia, il loro vino bianco Riviera del Garda Classico DOC, che con la sua sapidità e freschezza bilancia la ricchezza del piatto.
Il piatto principale è un’ode al territorio: una tenerissima Guancia brasata al Groppello con polenta morbida di Bedizzole. L’abbinamento non può che essere con il Leonardo, il Valtènesi Riviera del Garda Classico DOC, un vino Rosso che con la sua struttura e i suoi tannini eleganti sostiene la succulenza della carne, creando un’armonia perfetta di sapori.
Il finale, sorprendente, è una Panna cotta al cioccolato bianco, che chiude il pasto con una nota di dolce eleganza, magari accompagnata da un ultimo sorso di bollicine per rinfrescare il palato. La visita permette così di apprezzare parte della gamma produttiva, rendendo l’esperienza un momento di condivisione indimenticabile.
Poco distante, a Raffa di Puegnago, si incontra un’altra filosofia, quella di Cantina Pasini San Giovanni. Pionieri del biologico e della sostenibilità, una visita da loro significa capire cosa voglia dire “rispetto per la terra”. “Per noi ‘biologico’ non è un’etichetta, ma un dialogo quotidiano con la vigna,” ci racconta uno dei fratelli Pasini. “La terra non ci appartiene, siamo noi ad appartenerle. Il nostro compito è lasciarla più viva di come l’abbiamo trovata“.
Questa filosofia si traduce in vini di finezza assoluta. La loro produzione di Rosé è un’icona che racconta la storia del rosé italiano moderno, ma l’azienda si distingue anche per altre etichette di grande personalità. Tra queste, lo spumante Rosé Rosaluce e il RosaGreen, che sottolinea il loro impegno per la viticoltura sostenibile. Un’altra espressione autentica del microclima locale è il Frontecasa, un Valtènesi Rosso ottenuto unicamente da uve Groppello. È un vino dalla beva trascinante, con un corpo snello ed elegante e una finissima nota speziata.
Per chi cerca invece un tuffo nella tradizione più pura, la tappa d’obbligo nella stessa zona è Cantine Scolari. Fondata nel 1929, è una delle aziende che hanno scritto le pagine più importanti della viticoltura gardesana, e un assaggio del loro Groppello Classico è come un viaggio nel tempo.
Il nostro percorso prosegue verso Moniga del Garda, nel cuore della Cantina Turina, dove la passione per il vino è una storia di famiglia che si tramanda da quattro generazioni. Un’eredità che non guarda solo al passato, ma continua a scrivere il futuro, come dimostra il prestigioso riconoscimento dei Tre Bicchieri Gambero Rosso 2026 per il loro Setamora 2022. Un vino di punta che sarà disponibile in cantina da dicembre 2025 e che, come sottolinea la famiglia, rappresenta la conferma di un percorso fatto di dedizione e rispetto per il territorio. Questo successo bissa quello già ottenuto con il Valtènesi Rosé Classico “Fontanamora” 2023, consolidando la cantina tra i vertici della denominazione.
Il tour si conclude in bellezza a Lonato, presso le Tenute del Garda, un’altra conferma brillante del potenziale enologico della zona. La loro filosofia unisce un approccio moderno e dinamico a una profonda conoscenza della tradizione, un mix che ha trovato la sua massima espressione nel Valtènesi Riviera del Garda Classico DOC 2024, anch’esso insignito dei Tre Bicchieri. Un premio che celebra la magistrale interpretazione del Groppello, vitigno simbolo del territorio, e che affianca altre etichette di spicco della cantina, come l’intensa Riserva “Vista Lago”.
Il nostro itinerario in Valtènesi si conclude qui, ma in realtà non finisce. Perché un territorio così non si visita soltanto, si assorbe. Resta addosso, nel sapore di un Groppello bevuto al tramonto, nella profondità inattesa di un pesce che ha dialogato con il tempo, nel silenzio di un santuario affacciato sull’acqua. La Valtènesi non è una destinazione, ma un’esperienza di armonia: tra l’audacia di chi innova e il rispetto di chi custodisce, tra la terra e il lago. Forse, il vero modo per fermare il tempo non è affatto fermarsi, ma perdersi in un luogo che, ad ogni sorso e ad ogni sguardo, ti ricorda il valore di ogni singolo istante.
Valentina Avogadro
Taccuino di viaggio
Dove dormire
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Hotel San Filis (3 stelle): un’antica dimora del XVII secolo nel cuore di San Felice del Benaco. Charme e accoglienza raffinata.
hotelsanfilis.com
Dove mangiare
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Ristorante DUO: l’esperienza d’avanguardia con il pesce frollato degli chef Ghedini e Pelizzari. A San Felice del Benaco. Prenotazione indispensabile.
www.duosanfelice.it
Le cantine da non perdere
Conti Thun: esperienze di degustazione e agriturismo di lusso. A Puegnago del Garda. www.contithun.com
Pasini San Giovanni: i pionieri del biologico e della sostenibilità. A Raffa di Puegnago. www.pasinisangiovanni.it
Cantine Scolari: la storia della viticoltura gardesana dal 1929. A Raffa di Puegnago. www.cantinescolari.it
Cantina Turina: quattro generazioni di vignaioli e un Chiaretto premiato. A Moniga del Garda. turinavini.it
Tenute del Garda: dinamismo, sapienza e un Valtènesi da Tre Bicchieri. A Lonato del Garda. tenutedelgarda.it