Oltre l’apparenza: la Milano sostenibile è (soprattutto) umana
L’indagine di “111 luoghi green”: un’analisi sulla doppia anima di Milano, tra skyline iconici e una rivoluzione gentile fatta di inclusione e bellezza condivisa

Il volume: “111 luoghi green di Milano che devi proprio scoprire” di Emons Edizioni (2025) ridefinisce l’ecologia urbana. Più che un elenco di parchi, è un viaggio nell’anima del capoluogo lombardo che, tra mille contraddizioni, sta scegliendo di essere solidale e comunitaria. Un’ispirazione per chi cerca un lifestyle più consapevole
La rivoluzione gentile: vivere la Milano sostenibile
Dimenticate per un attimo la Milano della fretta, dello shopping e degli skyline scintillanti. C’è un’altra realtà, parallela e pulsante, che si muove a un ritmo diverso. È una metropoli che sta imparando a prendersi cura di sé, e lo fa attraverso gesti di attenzione all’ambiente che sono, prima di tutto, sociali.
È questo l’approccio che emerge dall’opera. Non aspettatevi un elenco patinato. Il lavoro di Maddalena Stendardi (giornalista con un’autentica missione per il viaggio consapevole) e del fotografo Giovanni Tagini è un’indagine onesta, un “ritratto civile” che non nasconde le complessità.
L’analisi mette in luce la grande “contraddizione” della città: da un lato, le icone globali come i “grattacieli viventi”; dall’altro, la realtà di una domanda di verde condiviso che, come nota la prefazione, “fatica a essere soddisfatta”. L’autrice ci invita a spostare lo sguardo, suggerendo che il vero cambiamento non è (solo) quello verticale e spettacolare, ma quello che parte dal basso, dal tessuto connettivo dei quartieri.
L’esempio: dove l’arte incontra le api

La vera anima “green” che questa pubblicazione vuole svelare è nel ronzio degli “Alveari urbani” di via Esterle (zona via Padova). Qui, in un’ex area dismessa, la storica dell’arte Claudia Zanfi ha dato vita a un progetto che fonde apicoltura (essenziale per la biodiversità) e design, invitando artisti a creare “alveari artistici”.
Ma il cuore dell’iniziativa è la comunità. Questo “giardino condiviso”, gestito da Legambiente e da volontari, è un microcosmo di ecologia reale: ci sono orti, uno stagno per le specie acquatiche e una fontanella zen a energia solare. È il calore del motto “Fai come se fossi a casa tua” a definire il luogo. Non è solo attenzione all’ambiente, è “ecologia sociale”.
La tesi: “Green” è inclusione
Ed è qui che la Stendardi ci spinge alla riflessione più profonda. “Green” non è solo un colore o un outfit in cotone biologico. Il messaggio chiave del progetto editoriale è che un’ecologia autentica è, prima di tutto, attenta alle persone.
Il volume dà voce a realtà, come Rob de Matt o Mosso, che “coniugano impatto sociale e valorizzazione delle competenze”, offrendo nuove opportunità e dignità a individui fragili. Ci porta nell’economia circolare dei Negozi Leggeri o nei mercati a filiera corta. Ci insegna che una collettività non è “verde” solo perché ha i parchi, ma perché si prende cura del suo tessuto umano.
Le fotografie di Giovanni Tagini, mai rubate ma sempre “pensate”, catturano questa “luce più intima”. “111 luoghi green” è quindi molto più di una mappa: è un manifesto per un nuovo modo di vivere l’ambiente urbano. Un invito a rallentare, a cercare la bellezza nell’impegno e a partecipare, con scelte consapevoli, a quella trasformazione (imperfetta, ma reale) che sta rendendo Milano un posto non solo più verde, ma più umano.
Valentina Avogadro






