Arte senza confini a Villa Manin
Villa Manin, l’Esedra di Levante rinasce per ospitare il mondo: al via la mostra “Confini, da Gauguin a Hopper

La restaurata Esedra di Levante di Villa Manin riapre come polo espositivo internazionale. Dall’11 ottobre 2025 ospita la grande mostra “Confini”, un viaggio nell’arte moderna con 136 capolavori da Gauguin a Hopper
Un gioiello architettonico a lungo silenzioso torna a vivere, proiettando il Friuli Venezia Giulia al centro della scena artistica internazionale. È stata inaugurata l’Esedra di Levante di Villa Manin, trasformata dopo un attento restauro in un centro espositivo all’avanguardia. Dopo anni di inutilizzo, l’ala monumentale del complesso dogale è stata riprogettata con le più moderne tecnologie e i più elevati standard di sicurezza, rendendola un polo culturale dinamico, pronto a dialogare con i più grandi musei del mondo.

Il primo grande evento a consacrare questo spazio rinnovato è una mostra di portata storica: “Confini da Gauguin a Hopper. Canto con variazioni”, che aprirà al pubblico il prossimo 11 ottobre.
Curata da Marco Goldin, l’esposizione è promossa dalla Regione Friuli Venezia Giulia con ERPAC FVG, che ne cura anche il coordinamento organizzativo insieme a Linea d’ombra. L’evento rappresenta uno degli appuntamenti di punta di “GO! 2025&Friends”, il programma che celebra la Capitale europea della Cultura Nova Gorica-Gorizia.
Fino al 12 aprile 2026, i visitatori potranno ammirare 136 capolavori provenienti da 43 prestigiosi musei, firmati da una cinquantina di maestri che hanno segnato gli ultimi due secoli.
La mostra è concepita come un’immersione profonda e suggestiva nel tema del “confine”, esplorato in ogni sua declinazione: da quello geografico a quello interiore, dal limite che separa a quello che diventa punto di partenza.

© Peter Cox, Eindhoven
Il percorso prende avvio da opere monumentali di Kiefer e Rothko, passando per la celebre “Onda” di Courbet e i paesaggi infiniti di Monet. Da qui, il viaggio si fa più intimo, proseguendo nell’introspezione con una galleria mozzafiato di autoritratti di Munch, Gauguin e Van Gogh, affiancati da ritratti che scandagliano l’animo umano firmati da Manet, Degas, Modigliani e Bacon.

© Eredi di Josephine N. Hopper / by SIAE 2025
Questa esplorazione interiore si apre poi al dialogo tra l’uomo e la natura, con un focus sulla grande pittura americana – da Homer a Hopper – messa a confronto con maestri europei come Segantini e Matisse. Un contrappunto affascinante è offerto dal dialogo con l’Oriente, attraverso una preziosa selezione di xilografie giapponesi di Hokusai e Hiroshige, che testimoniano come i confini dell’ispirazione artistica siano fatti per essere superati. La ricerca del “paradiso perduto”, infine, rivive nelle tele esotiche di Gauguin e nei paesaggi luminosi di Van Gogh, Cezanne e Monet.

Toledo Museum of Art, acquistato con fondi del Libbey Endowment, dono di Edward Drummond Libbey, 1929
Il gran finale è un’immersione totale negli elementi naturali che definiscono il nostro mondo: le montagne sacre di Cezanne e Friedrich, i mari tempestosi di Turner e i cieli, da quelli romantici di Constable a quelli interiori e assoluti di Rothko, culminando in una sala interamente dedicata alle eteree ninfee di Monet.

© Kate Rothko Prizel & Christopher Rothko / ARS, New York, by SIAE 2025
La Redazione