A Parigi, l’architetto Maxime d’Angeac svela i segreti del treno più famoso del mondo

In occasione della mostra sull’Art Déco a Parigi, l’Orient Express svela il suo volto futuro. Un progetto monumentale che non si limita a restaurare un’icona, ma ridefinisce il concetto di viaggio di lusso per il XXI secolo, tra artigianato d’eccellenza, design visionario e una strategia che si espande dai binari al mare

Oggi, 21 ottobre 2025, le porte del Museo delle Arti Decorative di Parigi si aprono su un secolo di Art Déco, ma tra i capolavori esposti, uno in particolare cattura l’immaginazione collettiva: il futuro dell’Orient Express. La presentazione dei primi elementi del treno restaurato non è solo un evento mondano, ma il segnale potente di un cambiamento nel mondo del lusso e del viaggio. Per capire la portata di questo ritorno, bisogna infatti guardare oltre la semplice nostalgia e analizzare il fenomeno nel suo complesso.

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Il motivo di un’attesa così forte nel XXI secolo risiede nel nostro rapporto con il tempo. In un mondo dominato dalla velocità e dalla connessione digitale costante, l’Orient Express propone un’alternativa radicale: la lentezza come forma suprema di lusso.

Il suo ritorno intercetta un desiderio diffuso di esperienze più profonde e significative, dove il viaggio stesso, e non solo la destinazione, diventa il fulcro dell’avventura. Non si tratta più di spostarsi, ma di abitare il tempo in modo consapevole, tra paesaggi che scorrono lentamente dal finestrino e rituali come la cena in una carrozza ristorante. Questo treno è una risposta a un bisogno di disconnessione e di riscoperta di un’eleganza fatta di gesti, materiali e servizio impeccabile.

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A tradurre questa visione in realtà è l’architetto Maxime d’Angeac, la cui sfida è complessa: evocare la magia dell’Art Déco senza cadere nella sterile imitazione. La sua visione, svelata nei primi disegni, si basa su una reinterpretazione filologica ma audace delle 17 carrozze originali degli anni ’20. Possiamo immaginare interni dove pannelli in legni pregiati e tarsie convivono con un’illuminazione “intelligente” che si adatta all’ora del giorno, mentre velluti e tessuti ricamati dialogano con tecnologie integrate in modo invisibile. Ogni spazio è concepito come una scenografia in movimento, un capolavoro di ensemblier dove ogni elemento, dalla maniglia della porta al bicchiere di cristallo, contribuisce a creare un’esperienza immersiva.

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Un’esperienza che, tuttavia, non si limiterà a un singolo convoglio. La rinascita dell’Orient Express è infatti il capitolo più affascinante di una strategia globale orchestrata da Accor, in partnership con il colosso del lusso LVMH.

L’universo del marchio è già realtà: il treno La Dolce Vita reinterpreta il glamour italiano, gli hotel di Roma e Venezia traducono su terraferma la stessa filosofia di ospitalità esclusiva, e il veliero Corinthian porterà la leggenda in mare aperto.

Si sta costruendo un ecosistema di esperienze uniche e coerenti, capaci di attrarre una clientela globale che non acquista un prodotto, ma l’accesso a un mondo di raffinatezza e storia.

In definitiva, il treno che rinasce oggi a Parigi è molto più di un mezzo di trasporto. È un manifesto culturale che celebra l’artigianato e un’idea di tempo ritrovato, la promessa che, anche in un’era di istantaneità, c’è ancora spazio per la meraviglia di un viaggio leggendario.

La Redazione

www.orient-express.com