Nantes 2026: il racconto di una città che cambia
Tra Loira e Atlantico, un viaggio dove l’arte riscrive la storia
La città si prepara al 2026 con grandi eventi. Ecco perché scoprire questa metropoli significa immergersi in una narrazione tra cattedrali ritrovate e macchine oniriche
Il risveglio della città sull’estuario
L’aria che risale la corrente porta con sé l’odore dell’Atlantico, anche se l’oceano dista ancora sessanta chilometri. Qui, dove il fiume Loira si allarga e perde i confini, sta accadendo qualcosa di unico nel panorama europeo. Scegliere di visitare Nantes nel 2026 significa immergersi in una città dove il passato ducale e l’innovazione contemporanea convivono senza barriere.
A sole due ore di treno da Parigi, l’antica capitale della Bretagna ha trasformato il suo passato industriale in un laboratorio a cielo aperto. L’urbanistica perde la sua staticità, e il viaggiatore si ritrova protagonista di un percorso fluido, libero dalle mappe tradizionali.
Seguire il tracciato della Linea Verde

A terra scorre un segno verde, tracciato fisicamente sull’asfalto per circa venti chilometri. Non è banale segnaletica: è il filo conduttore indispensabile per chi decide di visitare Nantes. Seguirlo significa svelare la città strato dopo strato, senza interruzioni e senza filtri. Questo tracciato rivela come l’arte contemporanea abbia pacificamente invaso lo spazio pubblico: oltre 130 opere permanenti hanno abbandonato le sale dei musei per vivere nelle piazze, nei vicoli medievali e lungo le banchine portuali.
Camminando, ci si imbatte in installazioni che sfidano la gravità o reinterpretano la storia locale. Non esistono confini tra il patrimonio antico e la creazione odierna. L’arte agisce come un rivelatore, modificando la percezione dei luoghi e trasformando la passeggiata in esplorazione attiva. Inoltre, ogni estate l’evento “Le Voyage à Nantes” aggiunge nuovi capitoli a questo racconto, rendendo la creatività un elemento quotidiano.
Tra bestie meccaniche e Duchi
Il fascino della città risiede nei suoi contrasti violenti e armoniosi. Sull’Île de Nantes, in mezzo al fiume, la memoria dei vecchi cantieri navali si è reincarnata. Le Machines de l’île rappresentano il capitolo più onirico per chi viene a visitare Nantes. Un Grande Elefante di legno e acciaio, alto 12 metri, cammina pesantemente tra la folla. È un’immagine potente che fonde l’ingegneria di Leonardo da Vinci con i mondi fantastici di Jules Verne, nato proprio in queste strade.
Basta però attraversare la Loira per cambiare registro temporale. Il Castello dei Duchi di Bretagna domina ancora il quartiere Bouffay. Le sue mura di granito e tufo bianco custodiscono la memoria complessa della città, affrontando nel museo interno anche i capitoli oscuri della tratta atlantica. Il viaggio impone quindi un dialogo costante: la fiaba meccanica proiettata al futuro da un lato, la consapevolezza storica radicata nella pietra dall’altro.
Gli eventi imperdibili del 2026
Il 2026 sarà un anno spartiacque nella cronologia cittadina. La programmazione culturale riflette un fermento straordinario, offrendo ragioni imperdibili per visitare Nantes.
Il cuore spirituale della città torna a battere con la Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo. Riaperta al pubblico dal 27 settembre 2025 dopo cinque anni di restauri seguiti all’incendio, permette nuovamente di ammirare le sue volte gotiche, che con i loro 37,50 metri superano in altezza quelle di Notre-Dame di Parigi.

L’inizio dell’anno (fino al 1° marzo) è segnato da due esposizioni introspettive. Al Museo d’Arte, la mostra “Sous la pluie” esplora il fascino malinconico della pioggia nell’arte dal XIX secolo agli anni ’30. Contemporaneamente, il Museo Dobrée presenta “À Cœurs ouverts”, un viaggio tra anatomia e sentimento attraverso la simbologia del cuore.
Con l’arrivo della primavera, il Castello dei Duchi di Bretagna affronta temi storici cruciali. Dal 7 febbraio apre “Sorcières”, una mostra che indaga la persecuzione delle streghe decostruendo il mito e analizzando la storia della paura e della dominazione. A seguire, dall’8 maggio, l’esposizione “Expressions Décoloniales #4” vede artisti contemporanei come Omar Victor Diop dialogare con il passato coloniale della città.
L’estate porta lo sguardo verso nuovi orizzonti. Alla HAB Galerie, la mostra “Interstellar” (dal 23 maggio) invita a reimmaginare la Terra attraverso le opere di venti artisti che creano affascinanti ucronie. Parallelamente, il Museo d’Arte accoglie Anne e Patrick Poirier (dal 22 maggio) con “Odissea dell’oblio”, un’installazione che fonde archeologia e memoria.
Il culmine della stagione arriva il 4 luglio con l’inaugurazione del Voyage à Nantes estivo. La 15ª edizione apre un ciclo quadriennale dedicato agli elementi, iniziando dalla Terra. Un tema che esplorerà la materia profonda, la memoria della città e la fragilità del nostro pianeta attraverso installazioni inedite disseminate nello spazio pubblico.
Oltre i confini urbani: dall’estuario alle vigne
La narrazione non si ferma alle porte della città. Per chi ha più tempo a disposizione, la Loira spinge il racconto verso l’Atlantico. Il percorso Estuaire trasforma i 60 chilometri di fiume in una galleria a cielo aperto. Trentatré opere d’arte scandiscono il ritmo del paesaggio fino a Saint-Nazaire, la città dei transatlantici che offre una prospettiva industriale affacciata sull’oceano.
Più a ovest, le saline di Guérande e le vigne del Muscadet aggiungono note sensoriali al viaggio. La gastronomia locale, celebrata dalle Tables de Nantes, racconta il territorio attraverso i sapori, fondendo il pescato atlantico con i prodotti dell’entroterra. Visitare Nantes è un’immersione in un ecosistema culturale vivo, dove ogni passo scrive una nuova pagina.
Valentina Avogadro




