Serre Chevalier Briançon, il respiro delle Alpi
Avventura, storia e benessere tra le fortezze UNESCO di Briançon e le vette di Serre Chevalier
Un’estate di avventura, storia e sapori a due passi dall’Italia. Dalle fortezze UNESCO che dominano i cieli alle acque termali che sgorgano dalla terra, un racconto di una valle che vive in perfetto equilibrio tra la sua anima selvaggia e un futuro sostenibile
Il confine a volte è una linea invisibile, altre volte un cambio di respiro. Superato il Colle del Monginevro, lasciandosi alle spalle l’Italia, l’aria delle Hautes-Alpes francesi si fa più rarefatta e cristallina, carica del profumo resinoso dei larici. È il primo benvenuto nella valle di Serre Chevalier Briançon, un corridoio verde che si srotola lungo il corso del fiume Guisane, unendo come perle su un filo l’anima storica di Briançon, la vitalità di Villeneuve, il cuore pulsante di Chantemerle e l’eleganza termale di Le Monêtier-les-Bains. Qui, quando la neve si ritira, non lascia un vuoto, ma svela il vero carattere di un territorio poliedrico, dove ogni giornata è una promessa di scoperta.
L’ascesa: toccare il cielo con un dito
L’esplorazione inizia con un movimento verso l’alto, un rito quasi obbligato per comprendere la vastità del paesaggio. Da Chantemerle, il viaggio è un’ascesa in due atti che in mezz’ora proietta in un’altra dimensione. La telecabina Ratier scivola prima silenziosa sui pascoli, poi l’iconica funivia Serre Chevalier compie il balzo finale, approdando ai 2.491 metri della cima.

Lassù, il mondo assume una nuova prospettiva. Il silenzio è rotto solo dal vento e lo sguardo, aiutato dalle tavole di orientamento, spazia sulla barriera imponente del Parc National des Écrins, dominata dal Massif du Mont Pelvoux, fino a riconoscere le guglie inconfondibili delle Aiguilles d’Arves. Non è solo un panorama, ma un invito. Da questo punto, gestito per tutta l’estate da SCV Domaine Skiable, si diramano le avventure.
Il regno dell’outdoor: terra, roccia e aria
La montagna qui si vive in ogni suo elemento. Sulla terra, il trekking offre percorsi per ogni gamba: dalle passeggiate panoramiche perfette per le famiglie, alle impegnative tappe del GR50, il grande tour del Parco degli Écrins. Per gli amanti della mountain bike, il Serre Chevalier Bike Park è un’istituzione in continua evoluzione. La grande novità dell’estate 2025 è l’inaugurazione del “Grand Serre Che”, un ambizioso itinerario che permette un tour completo della valle, aggiungendosi a una rete consolidata di 8 tracciati di Downhill e 7 di Enduro.

Sulla roccia, il Briançonnais si rivela un paradiso per la via ferrata, con percorsi attrezzati che permettono di sfidare la verticalità in sicurezza, offrendo prospettive uniche su gole e pareti scoscese. L’emozione più pura, infine, si trova nell’aria: la Zipline che parte dalla cima di Serre Chevalier, è un volo di oltre un chilometro che fende il silenzio, un’iniezione di adrenalina con vista a volo d’uccello sul paesaggio sottostante.
L’arte della pausa: sapori e silenzi
Ma l’avventura, anche la più esaltante, richiede le sue pause, momenti in cui rallentare il ritmo e assaporare il territorio in un modo diverso: attraverso il gusto. Un itinerario classico, dopo una mattinata in quota, conduce naturalmente al Café Soleil, alla stazione intermedia di Ratier, per un pranzo strategico accompagnato da fresche birre artigianali sulla sua terrazza panoramica.
È nelle ore serali, però, che la valle svela la sua anima gastronomica più profonda. A Chantemerle, il ristorante Le Loup Blanc incarna il calore dello chalet alpino, il luogo ideale per abbandonarsi ai rituali conviviali della Raclette o della Fondue Savoyarde. Per chi cerca invece un’espressione più intima del territorio, Le Floucat è una tappa fondamentale. Qui, la filosofia “dalla fattoria alla tavola” è una realtà tangibile.


Il menù è una celebrazione dei produttori locali: dal carpaccio di trota degli Écrins all’agnello della “Ferme O’Préalpes”, fino all’originale burger di pecora con la Tomme della “Ferme des Tilleuls”. La maestria nella lavorazione delle carni si ritrova nel celebre tartare di manzo tagliato al coltello, mentre i dessert sono impreziositi dai gelati artigianali del “Glacier des Alpes”.
Il riposo più profondo, infine, si trova nell’acqua. La valle è un santuario del benessere. A Chantemerle (Parc des Colombiers), la Baignade Bio offre un’esperienza unica: una piscina la cui acqua è purificata naturalmente dalle piante, senza alcun agente chimico. A Le Monêtier-les-Bains, Les Grands Bains è un tempio termale di 4.500 m², alimentato da un’acqua ipertermale che sgorga a 44°C, le cui virtù erano note fin dai tempi dei Romani. Per un’esperienza più raccolta, la Spa Nuxe del Grand Hôtel a Chantemerle offre trattamenti esclusivi in un’atmosfera di lusso e quiete.
Briançon: dove la storia è scolpita nella montagna

Passeggiare per Briançon significa camminare nel genio di Sébastien Le Prestre, Marchese di Vauban, il leggendario ingegnere militare di Luigi XIV. La sua opera qui non fu una semplice costruzione, ma una risposta strategica alla vulnerabilità della frontiera alpina dopo l’invasione del Duca di Savoia nel 1692. Il suo colpo di genio fu adattare l’architettura alla topografia, creando una “cintura di ferro” a più livelli, oggi Patrimonio UNESCO.
La visita non può che iniziare varcando una delle porte monumentali per entrare nella Cité Vauban, la città vecchia. Ci si ritrova subito in un dedalo di stradine acciottolate e facciate colorate, percorrendo la Grande Rue, la via principale riconoscibile dal suo canale centrale, la “gargouille”. Il cuore spirituale del borgo è la Collegiata di Notre-Dame-et-Saint-Nicolas, voluta dallo stesso Vauban.
Per comprendere appieno la visione strategica, è consigliabile salire sui camminamenti di ronda delle mura, da cui lo sguardo abbraccia l’intera valle e il complesso sistema difensivo. L’esperienza più memorabile è l’attraversamento del Ponte d’Asfeld, un’audace arcata unica gettata sulle profonde gole della Durance, che offre una vista vertiginosa e conduce al Forte delle Tre Teste, il capolavoro operativo del sistema. Da questa prospettiva si possono scorgere le altre sentinelle di pietra, come il Forte delle Salettes, che completano un’opera di ingegneria militare che ha plasmato la storia d’Europa.
Un palcoscenico estivo e uno sguardo al futuro
L’energia della valle esplode nel suo ricco calendario di eventi. Il mese di agosto si accende con i ritmi dell’Arty Colors Festival a Briançon (7-9/08), per poi passare alle note soul e gospel di Swing in the Mountains a Monêtier (10-17/08) e all’eclettismo del Summer Jazz Festival (19-22/08). La passione per lo sport deflagra a fine mese con un appuntamento storico: il 26 agosto, per la prima volta, la grande corsa ciclistica La Vuelta a España attraverserà la valle, scalando il Col du Lautaret. Negli stessi giorni (26-28/08), la Haute Route vedrà i cicloamatori sfidare i colli mitici dell’Izoard e del Galibier. A chiudere la stagione, il 6 e 7 settembre, sarà il Serre Che Trail.
Questi appuntamenti internazionali si inseriscono in una visione che unisce la conservazione del passato a un futuro sostenibile. Esemplare di questo approccio è il nuovo rifugio Clôt des Vaches, operativo da dicembre 2024 a 2.250 metri di altitudine nel massiccio dei Cerces. Questa struttura da 30 posti è esemplare nel suo approccio all’edilizia ecologica: è costruito con materiali locali come il legno delle Alpi e isolato con vetro riciclato, mentre l’energia è interamente prodotta da pannelli fotovoltaici. Un sistema che nel 2026 sarà completato da una turbina idroelettrica, per un’autonomia totale. Offrendo agli escursionisti un alloggio rispettoso dell’ambiente con una vista spettacolare sul Parco Nazionale degli Écrins, il rifugio incarna l’impegno per le energie rinnovabili e un turismo consapevole, in linea con il ruolo che la valle avrà nei Giochi Olimpici Invernali del 2030.

Serre Chevalier Briançon si rivela così una destinazione completa, un luogo che non si limita a offrire un paesaggio, ma racconta una storia di ingegno e bellezza. Un mondo autentico, sorprendentemente vicino, a un solo respiro dall’Italia.
Valentina Avogadro