Mantova: l’Arte di vivere a Palazzo Te
Palazzo Te. Tutte le novità della stagione espositiva 2022
Palazzo Te invita a scoprire lo stile di vita rinascimentale alla corte dei Gonzaga attraverso due grandi mostre, un convegno e tanti altri eventi nella rassegna Mantova: l’Arte di vivere che avrà luogo dal 26 marzo 2022 all’8 gennaio 2023
Il Rinascimento è stata una delle epoche di maggior splendore in Italia. Sono tanti i tesori che ci ha lasciato e uno di questi è Palazzo Te a Mantova in Lombardia. Nella sontuosa villa che fu dimora dei Gonzaga, dal 26 marzo 2022 all’8 gennaio 2023, sarà allestito un ricco programma culturale dal titolo Mantova: l’Arte di vivere.
La nuova stagione espositiva 2022 mira a far assaporare ancora meglio quello che fu lo stile di vita in auge nella corte rinascimentale dei Gonzaga.
La scelta del nome della rassegna di quest’anno la spiega il direttore di Palazzo Te, Stefano Baia Curioni: «Perché Arte di vivere? E cosa è Arte di vivere? Non la si può definire, ma semmai riconoscere quando la si incontra nelle persone, nelle loro creazioni, nelle “cose” cui è stata dedicata la propria cura». Curioni racconta perché quello scelto è un tema perfetto per la villa dei Gonzaga di cui è direttore: «Questo meraviglioso (e sempre meravigliante) Palazzo Te è pieno di allusioni a un’Arte di vivere che a tratti ci sembra aver smarrito: la sequenza delle sale, la fantasia, il riferimento all’Honesto Otium della sala di Amore e Psiche, gli oggetti… che occhieggiano dai banchetti, il loro esistere multiforme. Così abbiamo deciso quest’anno di interrogare l’Arte di Vivere nascosta e insieme svelata a Palazzo Te».
Soprattutto nel periodo che stiamo vivendo risulta importante rilanciare questa tematica attraverso eventi culturali di grande interesse. A sostenerlo è il direttore Curioni: «Non possiamo nasconderci che in questi due anni la pandemia abbia imposto pensieri e mutamenti nel nostro modo di vivere, una sorta di rallentamento, isolamento, sospensione che ha chiesto a molti un esercizio difficile, non solo di pazienza, di sopportazione del dolore e a volte del lutto, ma anche di vera e propria rivisitazione del senso profondo del vivere. Riconoscere attorno a noi e in noi un’Arte di vivere può rivelarsi un’esperienza preziosa».
Il visitatore verrà trasportato indietro nel tempo per vivere l’atmosfera leggera e spensierata di certi eventi effimeri tipici della corte cinquecentesca. Questo viaggio a ritroso sarà reso possibile sia dalle meraviglie architettoniche e pittoriche dell’edificio sia dagli oggetti di arredamento il cui valore estetico li pone al confine tra arte e artigianato. Non è esagerato affermare che simili manufatti avevano anche un valore simbolico molto forte, in quanto contribuivano a forgiare le relazioni sociali e a rimarcare la differenza di status delle classi più alte poste al vertice della gerarchia di corte.
I Gonzaga, così come le altre famiglie principesche italiane, ebbero un ruolo di primo piano nella produzione culturale dell’epoca. Analizzare questo ruolo è lo scopo del progetto Mantova: l’Arte di vivere, coordinato dal direttore Stefano Baia Curioni e da un comitato composto da Barbara Furlotti (The Courtauld Institute), Davide Gasparotto (Getty Museum), Ketty Gottardo (The Courtauld Gallery), Augusto Morari (Fondazione Palazzo Te), Guido Rebecchini (The Courtauld Institute) e Xavier Salomon (The Frick Collection).
Oltre a essere promossa dal Comune di Mantova, la nuova stagione espositiva 2022 è prodotta e organizzata da Palazzo Te, con il contributo di Fondazione Banca Agricola Mantovana e PIC, in sinergia con Mantova città d’arte e di cultura. A curare il progetto espositivo è Lissoni Associati, mentre il progetto grafico Lissoni Graphx.
Cose di cuoio e di cuore: i corami di corte
Il primo imperdibile appuntamento della rassegna Mantova: l’Arte di vivere è la mostra dal titolo Le pareti delle meraviglie. Corami di corte tra i Gonzaga e l’Europa. Curata da Augusto Morari, l’esibizione è visitabile dal 26 marzo al 26 giugno 2022. Protagonista della mostra è una forma di decorazione murale molto diffusa in passato, ma ormai dimenticata: i parati in pelle.
Il nome con cui erano designati, “corami”, sembra quasi voler alludere al loro essere cose di cuoio (dal latino corium), ma anche di cuore (dal latino cor). Perché erano oggetti pensati e realizzati con amore per rendere variopinte e brillanti le pareti di una stanza attraverso decorazioni d’oro, argento e smalto e ricche di figure simboliche antiche.
Attenti alle più raffinate mode artistiche della loro epoca, i Gonzaga non persero l’occasione di commissionare e acquistare corami di tutti i tipi e motivi presso i centri più rinomati di lavorazione delle pelli, come Napoli, Roma, Bologna, Ferrara e soprattutto Venezia. Parati in cuoio andarono ad abbellire gran parte delle loro residenze, a cominciare da Palazzo Te.
Nelle sette sezioni della mostra si intraprenderà un viaggio meraviglioso alla scoperta della storia dei corami in Europa dal secondo Quattrocento alla metà del Seicento. È presente all’esibizione una ricca selezione di esemplari pregiati grazie ai generosi prestiti di numerose istituzioni museali tra cui Palazzo Madama di Torino, i musei Correr di Venezia, Stibbert e Mozzi Bardini di Firenze, e il Museumslandschaft Hessen di Kassel.
Altro punto di forza della mostra è l’allestimento al suo interno di una vera e propria bottega del maestro “auripellario”, che permette di vedere e toccare dal vivo il modo in cui venivano creati questi speciali arredi parietali, scoprendo in prima persona i tipi di materiali usati e le tecniche di realizzazione adoperate.
Giulio Romano ci mostra la forza delle cose
La seconda mostra in programma partirà l’8 ottobre 2022 e durerà fino all’8 gennaio 2023. Il titolo è Giulio Romano. La forza delle cose e a curarla sono Barbara Furlotti e Guido Rebecchini. Fulcro dell’allestimento sono gli oggetti d’uso comune creati a partire da disegni di artisti cinquecenteschi del calibro di Giulio Romano, Michelangelo e Francesco Salviati. Per essere più precisi, popolano la mostra le cose di casa e di guerra commissionate dai duchi di Mantova per le loro residenze: pezzi di design, arazzi, oggetti in bronzo e metalli preziosi, disegni per argenti, ma anche una grande varietà di armi e armature.
L’attenzione sarà concentrata soprattutto sui manufatti pensati e disegnati da Giulio Romano, il grande architetto rinascimentale a cui si deve il progetto di Palazzo Te. Tra di essi merita una menzione speciale il famoso scudo dell’imperatore Carlo V di Madrid, che, oltre a essere un oggetto dall’inestimabile valore estetico e storico, si distingue come uno dei pochi esemplari di cui ci sono pervenuti sia il manufatto sia il disegno, entrambi visionabili alla mostra. A ideare il modello grafico per la realizzazione dello scudo fu appunto Giulio Romano, artista poliedrico in grado di eccellere pure nella creazione di questo tipo di opere.
Nell’ambito del design ha anzi dato prova di riuscire a liberare la sua vena più fantasiosa, scherzosa e originale. Ciò emerge chiaramente anche nei suoi disegni esposti in un’altra sezione importante della mostra, quella dedicata agli oggetti della tavola del principe. Questi manufatti recano tracce di quanto gli artisti di corte fossero capaci di dar sfogo alla loro fantasia, ma anche di quanto i mastri orefici di allora fossero certosini nel dare corpo ai disegni attraverso la meticolosa applicazione delle più avanzate tecniche di lavorazione dei metalli. Da notare come queste tecniche e i processi creativi sottesi alla realizzazione degli oggetti saranno indagati in maniera approfondita all’interno dell’esibizione.
La grande cura messa nella creazione dei pezzi d’arredamento o di guerra era altresì motivata dal fatto che servivano a sancire la diversità di status dei nobili dal resto della società. Dovevano essere oggetti straordinari, strani, dotati di una forza simbolica tale da trasporre il mito nel quotidiano, perché straordinari erano ritenuti essere i loro proprietari. Nel Rinascimento il mondo non era ancora secolarizzato, per esempio alle mani dei re continuava a essere attribuito un potere taumaturgico, e tutti i nobili erano considerati investiti di un’aura particolare che possedevano solo loro e che doveva trasparire dagli oggetti di cui si circondavano. La forza delle cose insomma derivava dalla natura carismatica dei loro possessori e anche oggi essa continua a esercitare il suo fascino su di noi, riuscendo a trasportarci in un mondo altro dove dominano le leggi del bello. Le pareti, gli oggetti d’uso, le armi oggi come allora sono sì dotati di pregio, ma dotati soprattutto di una magia capace di coinvolgerci e renderci diversi. Questo è il miracolo che la vera arte è in grado di fare in ogni tempo e in ogni ambito.
L’innovazione al servizio della cultura
Uno dei punti di forza di entrambe le mostre è l’innovazione tecnologica garantita dalla collaborazione con Factum Foundation, leader internazionale nell’applicazione delle nuove tecnologie alla conservazione dei beni culturali e nell’innovazione museografica moderna e funzionale.
Le due esibizioni di Mantova: l’Arte di vivere saranno l’occasione per Factum Foundation di presentare per la prima volta il risultato di sofisticate tecniche di mediazione digitale e materiale applicate ai pezzi in mostra.
Nell’ambito della collaborazione, degno di nota è l’ampio progetto di digitalizzazione ad alta risoluzione che coinvolgerà tre delle più celebri stanze di Palazzo Te. Questo permetterà di rendere ancora più efficiente il lavoro di documentazione, conservazione, studio e divulgazione delle stanze e del loro apparato decorativo.
Tante iniziative formative per educare all’arte
Fondazione Palazzo Te da sempre dedica grande attenzione alle attività di formazione, che anche quest’anno arricchiscono la nuova stagione espositiva. Innanzitutto, il 6 maggio 2022 è previsto un convegno online a cura di Barbara Furlotti e Guido Rebecchini dal titolo Il gusto per le cose: il design di oggetti tra Mantova e le corti europee del Rinascimento. Parteciperanno all’evento alcuni tra i massimi esperti e studiosi internazionali di storia dell’arte e dell’artigianato.
Inoltre, da maggio a settembre sono in programma presso la Scuola di Palazzo Te quattro moduli di approfondimento teorico e pratico con gli storici dell’arte Guido Rebecchini e Stefania Gerevini, il coreografo Virgilio Sieni, l’artista Stefano Arienti e l’artigiano vetraio e mosaicista Lino Reduzzi, e Carlos Bayod della società di produzione artistica Factum Arte.
D’estate saranno allestiti una serie di interessanti eventi espositivi legati all’artigianato contemporaneo, grazie all’importante collaborazione della Michelangelo Foundation e di Homo Faber, tra le più prestigiose esposizioni di artigianato artistico contemporaneo al mondo. L’intento della Scuola di Palazzo Te è quello di favorire le vocazioni e ampliare le competenze dei cittadini, soprattutto più giovani, nell’ambito dell’artigianato contemporaneo.
Infine, il public program di Palazzo Te, grazie ai molti partners coinvolti, propone un ricco calendario di eventi che prevedono danza, musica, conferenze e teatro. Un variegato programma di appuntamenti tutti accomunati dalla volontà di mettere al centro la forza delle cose, la forza delle melodie, dei corpi, dei gesti e delle mani, perché con la loro magnetica fascinazione possano risvegliare quella meraviglia in grado di portarci lontano in territori dove riscoprire la propria umanità e arricchire il proprio spirito. Insomma tante possibilità che Palazzo Te mette in campo per permetterci di ritrovare quell’Arte di vivere così necessaria oggi più che mai.
Beatrice Maria Beretti
www.centropalazzote.it